Comunicare con il gatto: conoscersi per capirsi
Il gatto ci capisce?
Il processo di domesticazione ha permesso al gatto di trascorrere molti anni al nostro fianco e questa vicinanza ha favorito la nascita di una “comunicazione condivisa”. Il piccolo felino non solo è capace di provare emozioni come gioia, paura, tristezza, rabbia, disgusto, sorpresa ma anche di riconoscere quando i membri della famiglia sono tristi, arrabbiati o felici. Il gatto, infatti, osserva il movimento dei muscoli del volto dei referenti e ascolta il tono della loro voce per “leggere” ciò che provano.
Come capire il gatto
Gli stimoli che provengono dall’ambiente esterno (come la vista di un oggetto, la percezione di un suono, una carezza e così via) o dall’interno del corpo (per esempio un ricordo) possono scatenare la risposta emotiva del gatto; tale risposta provoca una reazione fisiologica (come per esempio la dilatazione della pupilla, l’aumento della frequenza del respiro o del battito cardiaco, l’emissione di feromoni) e comportamentale (cambia l’espressione del volto, la postura, il tono della voce e così via).
Osservando il volto, il corpo e la coda del piccolo felino è possibile comprendere se è rilassato, impaurito o arrabbiato:
- Il gatto rilassato: le orecchie sono “morbide e cadenti” ai lati della testa, gli occhi socchiusi, le pupille a fessura, i muscoli del corpo non sono contratti, la coda penzola “abbandonata”.
- Il gatto impaurito: le orecchie sono abbassate ai lati della testa, gli occhi spalancati, le pupille dilatate, la muscolatura del corpo in tensione, la coda retratta sotto di sé.
- Il gatto arrabbiato: le orecchie sono erette o piegate all’indietro, gli occhi spalancati, la pupilla a fessura, la contrazione delle labbra può scoprire i denti, la muscolatura del corpo è contratta coì come la coda è in tensione e si muove rapidamente.Anche i vocalizzi comunicano informazioni sullo stato emozionale del gatto:
- Il trillo esclamato al rientro a casa del referente e accompagnato dalla coda dritta verso l’alto trasmette un messaggio di saluto.
- I miao sommessi indicano la voglia di coccole.
- I soffi e i ringhi annunciano che il piccolo felino ha paura o è arrabbiato.
Inoltre, leccare le labbra o la punta del naso, sbadigliare, ansimare sono segnali che indicano che il gatto è a disagio.
È necessario rispettare i messaggi del gatto così che l’animale si senta compreso e al sicuro. Conoscere il linguaggio del piccolo felino permette alla famiglia umana di adattare il proprio comportamento. Per esempio, se durante le coccole i famigliari osservano che il gatto ha le pupille dilatate, gli occhi spalancati, si lecca la punta del naso e muove la coda, devono interrompere il contatto e lasciare tranquillo l’animale poiché è a disagio. Così facendo, il piccolo felino, sarà più disponibile in futuro poiché certo di essere compreso e non “messo alle strette”.
Il gatto comunica con noi attraverso i feromoni
Il gatto sottolinea alcuni messaggi emozionali deponendo i feromoni.
I feromoni sono sostanze chimiche secrete da ghiandole poste nella cute del corpo del piccolo felino come il solco tra le mammelle, il viso (tra la base dell’orecchio e il mento), gli spazi interdigitali, i cuscinetti plantari delle mani e dei piedi e così via.
L’essere umano non è in grado di percepire i feromoni: questa modalità comunicativa è, purtroppo, preclusa ai referenti. Mamma gatta secerne tra le mammelle i feromoni di appagamento dopo la nascita dei piccoli così da tranquillizzarli e rassicurarli.
Le graffiature sono realizzate con le mani (dall’alto verso il basso o orizzontalmente) nei pressi di un luogo di riposo (per esempio il divano o le sedie della cucina) o di passaggio tra l’interno e l’esterno dell’abitazione (per esempio lo stipite della porta – finestra).
I graffi svolgono la funzione di comunicazione attraverso la combinazione di segnali visivi (i segni delle unghie) e chimici (i feromoni escreti dalle ghiandole interdigitali); il gatto indica che quel luogo di riposo è “occupato” e gli “incroci” sono punti strategici.
I feromoni facciali sono deposti dal gatto quando sfrega la parte laterale del viso sugli oggetti (per esempio le gambe del tavolo e delle sedie) e sugli esseri viventi che fanno parte della famiglia (per esempio i referenti, i cane o gli altri gatti).
Così facendo, il piccolo felino li esplora e li conosce: oggetti ed esseri viventi non rappresentano più un pericolo.
I segnali di allarme sono rappresentati da feromoni secreti dalle ghiandole poste nei cuscinetti plantari delle mani e dei piedi: la percezione di queste molecole da parte del gatto provoca evitamento e fuga.