Convivenza con il gattino: dominare o collaborare?
L'addestramento del gatto
Il Felis sylvestris, progenitore dell’attuale gatto, è stato addomesticato in più periodi storici in diverse parti del mondo. Le prime tracce del piccolo felino risalgono al 10000 aC e sono state trovate nei siti archeologici della Turchia. La testimonianza più antica della relazione tra l’uomo e il gatto, invece, è datata 6000 aC: a Cipro è stata scoperta una sepoltura dove un essere umano è in compagnia di un gatto ed entrambi sono ricoperti con piante, pietre preziose e conchiglie. Questo particolare testimonia la presenza di una relazione, tanto che il piccolo felino potrebbe essere stato fin da subito un animale da compagnia e non allevato allo scopo di proteggere le derrate alimentari dai roditori.
Il gatto è un animale socievole
Il gatto è un animale sociale “facoltativo”, in grado cioè di vivere in modo solitario o formare gruppi sociali con i propri simili composti da più femmine imparentate tra loro (matriarcato), alcuni maschi giovani (bande), una coppia stabile, individui solitari o gruppi che si ritrovano per condividere il cibo o il luogo di riposo (colonie). Gli studi mostrano che il piccolo felino non crea una relazione basata sulla dominanza per quanto riguarda l’accesso al cibo: chi prima arriva sarà meglio servito. Inoltre, non è stata osservata una postura simile a quella di “resa” emessa dal cane (a pancia all’aria) in grado di fermare l’aggressore durante una colluttazione.
Convivenza con il gatto
Il gatto crea un legame anche con gli esseri umani: il rapporto con i membri della famiglia è da considerarsi al pari dell’attaccamento del bambino alla propria mamma. La sensibilità della nostra specie verso i segnali giovanili emessi dai “più piccoli” provoca nei loro confronti un comportamento di adozione, di protezione e di cura. Tra le due specie nasce una vera e propria relazione composta di più “parti”, tra cui le principali sono: affettiva (dare, e ricevere affetto), ludica (giocare e lasciarsi coinvolgere nel gioco), affiliativa (sentirsi parte di un gruppo e coinvolgere il partner) e sociale (svolgere attività con il gatto e lasciarsi ingaggiare dall’animale).
Una delle caratteristiche della relazione è la dimensione affettiva, dove lo “scambio” tra essere umano/ gatto e viceversa, è basato sulla protezione, sulla rassicurazione, sull’offerta e richiesta di contatto. Conoscere la comunicazione del piccolo felino, ci consente di comprenderlo e di farci capire.
La dimensione ludica consiste nel divertirsi insieme giocando, fingendo, scambiandosi i ruoli: lanciare un oggetto, fare la lotta, risolvere insieme un rompicapo (problem solving). È necessario coinvolgere il gatto in attività ludiche di tipo diverso e, soprattutto, lasciarsi ingaggiare dal piccolo felino accettando le sue richieste di gioco.
La dimensione affiliativa porta alla nascita di un legame di appartenenza basato sulla condivisione di spazi e di attività, sul fare gruppo. Il gatto crea una relazione preferenziale con i membri della famiglia con cui si sente più affine: li saluta al rientro a casa con la coda ritta, sfrega le guance sulle loro gambe e riposa cercando il contatto.
La dimensione sociale riguarda il piacere di condividere e di sentirsi in una situazione di “coppia” collaborando per raggiungere un obiettivo comune. A questo proposito è necessario ingaggiare il gatto coinvolgendolo, per esempio, nei lavori domestici, chiedendo all’animale di accompagnarci sul balcone per stendere il bucato, di assisterci quando lavoriamo al computer e così via.